L’epica popolare e l’inganno della modernità, 1950-1967

Dal 18 febbraio al 4 luglio, al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, la prima delle mostre organizzate per il centenario della nascita presenta la prima produzione del pittore, quella che va dai suoi esordi fino a un anno cruciale che cambierà il corso del suo percorso artistico: il 1967

Una grande mostra dedicata alla prima produzione del pittore – una delle figure che più hanno contribuito a dare un volto e un’identità alla Romagna attraverso l’arte – quella che va dai suoi esordi fino a un anno cruciale che cambierà il corso del suo percorso artistico: il 1967.

Si tratta di un periodo di fondamentale importanza per l’intera sua carriera: mai come in quegli anni infatti il suo personale racconto della Romagna delle campagne e dei braccianti riesce a ritagliarsi un ruolo di primo piano nelle dinamiche dell’arte nazionale, in particolare nell’ambito del neorealismo. Ma sono anche anni di ricerche instancabili, che lo portano a misurarsi con nuovi linguaggi e nuove ansie, che pongono sempre al centro della sua attenzione le solitudini dell’uomo ed i soprusi inferti dalla dissennata corsa della società del “boom economico”. 

Curata dal direttore del museo Diego Galizzi, la mostra ripercorre gli anni che vanno dalla sua formazione presso la scuola di arti e mestieri di Luigi Varoli fino al 1967, un anno “cruciale” per Ruffini, un passaggio che cambierà il successivo corso del suo percorso artistico portandolo verso una poetica introspettiva, tutta giocata sulla memoria e sulla nostalgia.

Il percorso espositivo costruito al museo di Bagnacavallo riunisce per la prima volta, offrendoli alla diretta esperienza dei visitatori, i dipinti che più hanno caratterizzato questo periodo. Sono più di settanta le opere presenti in mostra, provenienti da decine di collezioni pubbliche e private, tra le quali spiccano la Pietà per il bracciante assassinato (1952), opera vincitrice del Premio Suzzara che ha dato a Ruffini notorietà a livello nazionale, la superba Crocifissione del 1954 di marcato stampo guttusiano, e i tre dipinti con i quali l’artista ha partecipato alla XXVII Biennale di Venezia.

La mostra vuole presentare al pubblico l’arte di Ruffini prima del cambiamento avvenuto nel 1967, un’arte attenta al quotidiano e al sociale che si forma come diretta espressione della sua terra e delle sue radici.

«In queste opere – commenta il curatore Diego Galizzi – prende vita la Romagna delle campagne e dei braccianti, restituita con uno sguardo da documentazione diretta e partecipe, uno sguardo potremmo dire “militante”, appassionato, dal sapore diverso rispetto a quello un po’ da rivisitazione nostalgica che caratterizzerà le sue immagini dei decenni successivi. Mai come in questi anni – prosegue Galizzi – il suo personale racconto popolare riesce a ritagliarsi un ruolo di primo piano nelle dinamiche dell’arte nazionale, in particolar modo nell’ambito dei fermenti neorealisti dei primi anni Cinquanta.»

Uno degli aspetti più interessanti della mostra bagnacavallese è la messa in luce di uno dei volti forse meno noti dell’artista, quello di ricercatore instancabile, a cui a un certo punto della sua carriera non basta più la descrizione del “suo” mondo attraverso i codici figurativi della fedeltà al vero, ma sperimenta altre vie, che lo portano a misurarsi con linguaggi più aggiornati come quello dell’informale, tenendo però al centro della sua attenzione l’uomo e la sua dignità, rivendicandone i diritti e allo stesso tempo facendosi carico dei suoi patimenti, delle angosce e dei soprusi imposti dalla nascente civiltà industriale.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 4 luglio con i seguenti orari:

lunedì, martedì e mercoledì, 15.00-18.00
giovedì, 10.00-12.00 e 15.00-21.00
venerdì, 10.00-12.00 e 15.00-19.00
sabato, domenica e festivi SOLO SU PRENOTAZIONE: 10-12 e 15-19

Per prenotare la visita nei weekend e nei giorni festivi è necessario chiamare con almeno un giorno di anticipo il numero 0545 280913.

Ingresso gratuito. Accessi contingentati; necessario l’uso della mascherina.

Museo Civico delle Cappuccine
via Vittorio Veneto 1/a Bagnacavallo (RA)
0545/280911
centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it
http://www.museocivicobagnacavallo.it

Ingresso gratuito.

La mostra è organizzata con il contributo di:
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Bcc Credito Cooperativo
Deco Industrie
Parfinco
Terremerse
Logikem
Cna Ravenna
Terre Cevico

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Museo Civico delle Cappuccine
via Vittorio Veneto 1/a
Bagnacavallo (RA)

Info: tel. 0545 / 280911-3
centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it

www.museocivicobagnacavallo.it

Orari di apertura*:
lunedì, martedì e mercoledì 15-18; 
giovedì 10-12 e 15-21;
venerdì 10-12 e 15-19.

Chiuso sabato, domenica e festivi.
Ingresso libero

  • Gli orari riportati rispettano le attuali normative anti-Covid e subiranno variazioni nel momento in cui sarà possibile aprire anche nei weekend e nei giorni festivi. Si invita a consultare il sito internet www.museocivicobagnacavallo.it per aggiornamenti.